SEABUS - CATAMARANI MULTIRUOLO

Chi siamo

INNOVAZIONE, QUALITÀ ED INDUSTRIA 4.0

I SEABUS sono catamarani multiruolo ad alte prestazioni progettati per una vasta gamma di attività marittime tra cui ricognizione costiera, escursioni giornaliere, operazioni portuali, trasporto merci, ricerche oceanografiche, campagne di campionamento dell'acqua, protezione ambientale/disastri, attività di pesca etc.

SEABUS è un marchio registrato dalla Società SMC ITALIA specializzata nella lavorazione dei materiali compositi per il settore aerospaziale.

In questi anni SEABUS si è arricchita di collaboratori che nella maggioranza dei casi sono in azienda, raggiungendo un grado di familiarità e di obiettivi perfettamente condivisi.

SEABUS, da sempre destina una parte importante del proprio fatturato alla ricerca e sviluppo dei propri prodotti con il supporto del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università Federico II di Napoli per poter essere sempre all'avanguardia.

La parte produttiva opera in accordo al sistema di gestione della qualità AS9100D / EN 9100:2018 (AEROSPAZIO) ed è supportatada un consolidato sistema informatico che oltre a gestire informazioni sullo stato delle scorte produttive e delle fasi di produzione, permette tracciabilità dei componenti e delle materie prime utilizzate. Particolare questo molto importante nel settore navale per mantenere elevato il valore, la sicurezze e le funzionalità dei propri prodotti anche a distanza di anni.

La divisione commerciale rappresenta un altro importante fiore all'occhiello della SEABUS. Il fatturato viene realizzato per oltre il 75% all'estero grazie ad una rete consolidata di distributori.

L'unione Europea rappresenta da anni il mercato domestico della SEABUS dove il mercato Italia, la Francia, la Spagna ed il Portogallo rappresentano nettamente i mercati più importanti.

Negli anni, la gamma SEABUS ha saputo evolversi seguendo le esigenze dei vari mercati ed oggi spazia dal segmento del trasporto passeggeri, al pattugliamento costiero al settore cinematografico.

Un compartimento speciale è stato sviluppato per seguire progetti speciali che toccando più competenze attraversano più segmenti di gamma.

Uno dei migliori risultati di questo reparto è legato alla Blue Economy con lo sviluppo di carene a bassa resistenza idrodinamica per ospitare sistemi di propulsione ibridi oppure zero emission.

L'obiettivo, raggiunto pienamente, era di sviluppare un sistema domotico in grado di comunicare da remoto con la Ground Station intervenendo nel controllo delle condizioni di funzionamento, potendole modificare per svolgere efficacemente ed efficientemente i vari profili di missione assegnati ovvero per poter usufruire delle agevolazioni previste per gli incentivi all'INDUSTRIA 4.0.

Un buon connubio che sintetizza la ricerca di nuovi prodotti, la qualità costante dei componenti e della metodologia costruttiva e lo spirito commerciale della SEABUS è rappresentato dalla collaborazione sia tecnica che commerciale con i marchi FPT, VOLVO PENTA, GARMIN, VETUS, SCHENKER.

I nostri valori

SEABUS E LA BLUE ECONOMY

"Quando vuoi innovare, devi essere preparato a tutti coloro che ti diranno che sei pazzo."

(Larry Ellison)

SEABUS ha sempre reinvestito parte del proprio fatturato in progetti di ricerca per lo sviluppo di catamarani idonei al trasporto intermodale e con propulsione "zero emission" in grado di rispondere ai requisiti dell'INDUSTRIA 4.0.

Negli ultimi anni, sempre più spesso, si è sentito parlare di blue economy, l’economia blu. Un modello di sviluppo economico, che mira a rivoluzionare l’economia mondiale attraverso un approccio sostenibile.

Il termine blue economy, come è facile intuire, allude all’acqua, ma va oltre questo elemento. Esso fu introdotto, per la prima volta nel 2010, dall’economista belga Gunter Pauli, nel suo libro "Blue economy. 10 anni. 100 innovazioni. 100 milioni di posti di lavoro". In quelle pagine, Pauli introduce una nuova forma di economia sostenibile, simile alla green economy, ma differente da essa.

Questa vocazione ambientalista potrebbe indurre nello scambio dell’economia blu con la green economy. In realtà, la prima rappresenta un’evoluzione della seconda: mentre la green economy chiede alle imprese di investire risorse nella riduzione dell’impatto ambientale, la blue economy intende eliminare del tutto le emissioni dannose per il pianeta, rivoluzionando i sistemi di produzione attraverso la biomimesi.

Un approccio molto interessante della blue economy, infatti, è proprio quello legato al trasporto e, in particolare, al trasporto delle merci. Come detto, il termine economia blu allude proprio all’importante risorsa rappresentata dal mare. Basti pensare che, secondo le stime dell’Unione europea, l’economia marittima produce circa 340 miliardi di euro di fatturato, dando lavoro a 1,2 milioni persone.

Per questo, negli ultimi anni, molto è stato fatto per individuare una definizione europea della blue economy, ma anche per promuovere questo modello di sviluppo sostenibile. Progetti specifici, infatti, sono stati approvati al fine di favorire il transito delle merci dal trasporto su gomma al trasporto marittimo. In questo senso, gioca un ruolo determinante il trasporto intermodale, cioè quella forma di trasporto merci che combina diversi mezzi (automezzi, treni, aerei e navi) sfruttando le specificità di ciascuno al fine di ridurre tempi, costi e impatto ambientale.

Nonostante quel che può sembrare, l’Italia è uno dei paesi più avanzati in questo ambito. Basti pensare che la flotta battente il tricolore, con una stazza di 16,5 milioni di tonnellate di stazza lorda, è tra le più grandi al mondo. Questo offre immense possibilità per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti nazionali.

La nostra presenza nel mondo